Google Maps è un servizio internet geografico sviluppato da Google che consente la ricerca e la visualizzazione delle mappe geografiche del mondo. Un sistema sicuramente molto comodo per ognuno di noi, ma forse un po’ inanimato. Infatti, le mappe di Noel Gordon, Stephen Ma, Lans e Jens Rasmussen, ideatori di Google Maps, non permettono di cogliere l’amore dei luoghi a cui fanno riferimento. Quando facciamo una ricerca vediamo come arrivarci, ma non cosa ha provato chi ha frequentato il luogo.
Per far fronte a questa problematica, il format Write Me A Love Letter ha ripensato totalmente al concetto di mappa: non vengono più indicati bar, ristoranti, palestre ma dei cuoricini nella mappa di Bologna al fine di creare una rete di storie d’amore.
L’anonima ideatrice del format si fa inviare delle lettere da tutte le persone che hanno piacere di partecipare, chiedendo il tag di un luogo di Bologna a cui fare riferimento e, dopo averle lette, seleziona sulla mappa il luogo indicatole nella lettera. Fatto ciò, per ora, le persone che visualizzano questa cartina riescono a risalire ai luoghi indicati senza, tuttavia, leggere le lettere.
«Non mi arrivano solo lettere sdolcinate per la morosa, ma qualsiasi tipo di espressione d’amore» sono le parole dell’anonima ideatrice. Infatti, essa ha pubblicato sulla pagina Instagram @_writemealoveletter_ qualche scritto: lettere d’affetto, d’amore, di rimpianto e di passione. «La mia preferita – racconta – è quella scritta da una donna che si definisce una “pessima madre”. Mi ha fatto viaggiare molto con la fantasia».
Le lettere non hanno mai un destinatario né un seguito, ma sono un flusso di coscienza che arriva all’indirizzo web e permette alla lettrice di riuscire a immaginarsi come sarà il finale, oppure i finali. «Spesso mi perdo ore a immaginare conclusioni diverse e cerco di capire, dal tono della lettera, quella che secondo me sarà la più probabile» afferma con uno sguardo perso a causa dei pensieri che le tornano alla mente.
Una volta ricevute, le lettere vengono arricchite con un disegno ad hoc della lettrice, raffigurante emozioni, stati d’animo o pensieri suscitati dallo scritto.
Il progetto è partito qualche mese fa: grazie ai suoi contatti è riuscita a muovere i primi passi, finché la voce non è arrivata alla cronaca. Ad oggi, siamo a 51 contributi.
«L’idea è ispirata alla storia di una statunitense che consegnava delle cartoline bianche, già affrancate, della città di Manhattan chiedendo alle persone di segnare il luogo della città nella quale avevano fatto la loro esperienza più significativa e di raccontargliela, andando così a creare una propria toponomastica privata» afferma soddisfatta la giovane.
«Io, prima di Google Maps, andavo in giro per l’Europa con delle cartine fisiche e adoravo leggere i nomi delle vie. Un giorno lessi tre volte il nome di una strada e mi domandai il perché non fosse intitolata, ad esempio, a quella madre che si sentiva pessima oppure a quella ragazza che si era innamorata in discoteca» sostiene l’ideatrice.
Alla mia domanda “Quale futuro sviluppo vedi per il tuo progetto? Qual è il tuo sogno nel cassetto?” la risposta è stata puntuale e decisa: «Beh, la mia idea sarebbe quella di dotare ogni posto indicato sulla mappa con un QR code grazie al quale, camminando per la città, riuscire a leggere quella determinata storia che lo scrittore, fedele a quel luogo, voleva raccontare» conclude la ragazza.
Se anche voi lettori pensate che questa storia sia coinvolgente e particolare, spendeteli 5 minuti per raccontare la vostra storia d’amore (o d’altro) collegata a un bar, una via ecc. di Bologna e speditela a writemealoveletter.com.
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