In questo periodo incerto, in cui ci sembra impossibile guardare al futuro, siamo partite da quello che abbiamo: un sacco di domande.
Le abbiamo poste a chi, nel periodo di pandemia, è stato messo in panchina, ma ha molto da dire: l’artista, il musicista, il poeta, il fotografo, il creativo.
Siamo partite da qui: che fine ha fatto la felicità?
In molti hanno risposto al nostro appello, ci sono arrivate delle lettere dai nostri lettori e, alla fine di questo percorso, siamo anche scese in strada per chiederlo ai passanti.
Abbiamo cercato di esplorare il tema da più prospettive, diversi sguardi che abbiamo unito in questo pezzo.
Il primo a cui ci siamo rivolte è Marinelli, cantautore al debutto con il suo primo album solista, Blu, pubblicato il 18 dicembre per Manita Dischi. Ci ha raccontato i suoi momenti di felicità, quella dei piccoli gesti, riscoperta durante la pandemia. Come quella volta che, cantando nel suo appartamento uno dei nuovi singoli, Bologna, appena scritta, ha sentito degli applausi dalla finestra. Tre ragazze che si erano fermate ad ascoltare incuriosite. Ha deciso di cantarla anche a noi, dal letto di casa sua.
“E se mi chiedo oggi che fine abbia fatto, beh, credo che sia un po’ in stand by, perché felicità è spesso legata alla vita vissuta, anche con gli altri, gli affetti, la famiglia, e purtroppo oggi tutto questo è messo in pausa e attendiamo di tornare a riappropriarci della possibilità piena di essere felici”.
La felicità è in pausa anche secondo il poeta Luca Gamberini, che ci ha mandato questa poesia.
Però la felicità non è solo materia per gli artisti.
Abbiamo ascoltato anche chi la studia con un approccio scientifico, ribaltando il nostro punto di vista. Abbiamo raggiunto Daniela Di Ciaccio e Veruscka Gennari, fondatrici di 2BHappy, la prima agenzia italiana nata per divulgare la Scienza della Felicità, sfidando valori, principi e credenze su cui fondiamo la nostra vita.
Oltre a qualche consiglio pratico per tenere vivi i momenti di felicità, ci hanno spiegato quali sono i pilastri di questa disciplina giovane, ma che sta già dimostrando di poter cambiare le cose: “Le persone, come le aziende, che hanno investito sul proprio capitale sociale, sulla costruzione della fiducia e di sane relazioni in tempi ‘non sospetti’ hanno reagito meglio, innovando nelle strategie, nei servizi e adottando comportamenti responsabili e di supporto agli altri”.
Chiusi in casa, i movimenti sono limitati. Il mondo è stato in pausa per un anno. Paradossalmente, uscire di casa senza pensieri (e senza mascherina) ci sembra una vita fa. “Forse abbiamo varcato una soglia, e dovremo aspettare un po’ per la prossima. Ma è così male? È solo attraversando una soglia che entriamo nella stanza successiva“. Ci ha portato a riflettere su questi temi, la lettera aperta di uno studente, Massimo Salvati, che vive a Bologna.
Anche se ancora non ce ne rendiamo pienamente conto, questa nuova vita guidata dalla pandemia ci ha cambiati. E mentre la coscienza prova a elaborare, l’inconscio parla. Ce l’ha raccontato la fotografa Anita Scianò, che ha sviluppato un progetto legato ai sogni (e incubi) durante la pandemia. Un viaggio onirico alla ricerca della felicità.
Ha deciso di fermare nei suoi scatti le notti dell’Emilia-Romagna durante la quarantena nel progetto Gli Argonauti realizzato per Covisioni, in collaborazione con altri 40 fotografi sparsi nelle 20 regioni italiane.
“Mi ha colpito il fatto che molti sognassero i mezzi pubblici, il viaggio. Altri si sentono chiamare per nome”.
Ma com’è che si dice? Anno nuovo, vita nuova.
Per cominciare il 2021 con il piede giusto, abbiamo deciso di seguire la saggezza del Boloscopo di Scritte ignoranti a Bologna, una pagina Facebook (poi approdata anche su Instagram) che sei anni fa decise di fissare le scritte dei muri di Bologna anche sul web.
Abbiamo raggiunto l’ideatore della pagina, per cercare la felicità là dove i pensieri tendono a rimanere saldi per un po’ più di tempo: i muri della città.
“Quasi tutte le scritte fanno leva o sulla nostalgia o sul cinismo, seppure in chiave comica, questi elementi ricorrono. C’è un’infelicità comica, più che una felicità comica”.
Ma alla fine, cosa resta? Sara Voce di carta ci ha risposto con un collage e una poesia.
Che fine ha fatto la felicità?
Tutti gli articoli
> “La felicità è solo in stand by”. Parola di Marinelli
> 2BHappy e la Scienza della Felicità
> Lettera aperta di uno studente
> Sogni (e incubi) durante la pandemia negli scatti di Anita Scianò
> Scritte ignoranti a Bologna. L’infelicità comica sui muri della città
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