“Non trovando lavoro me lo sono creato”.
Lorenzo Rinaldi ha 23 anni. Dopo essersi laureato in moda e marketing a Bologna ha deciso di perseguire il suo sogno, realizzando la sua capsule collection “Fumo passivo“, che ha dato vita al suo brand “Ell and Err“.
Il logo è semplice ma allo stesso tempo particolare. Ha un significato?
“Sì, il logo è studiato in perfetta sezione aurea e sono le iniziali del mio nome e cognome L e R rovesciate”.
Sei solo in questa avventura o hai qualcuno al tuo fianco?
“Fortunatamente ho i due miei amici che mi hanno aiutato, supportato e soprattutto sopportato quando mi sentivo demotivato. E’ grazie a loro che ho deciso di provarci e di mettermi in gioco”.
Fumo passivo nasconde un messaggio subliminale?
“Sì, l’obiettivo è quello di influenzare senza che tu voglia. Il nome l’ho ideato dopo una ricerca approfondita focalizzata sullo stile maschile dei Teddy boys, Rockabilly, e Rude boys”.
Non sei di Bologna vero?
“No. Sono riminese ma è Bologna che mi ha permesso di crescere a livello artistico, è la mia seconda casa.
Solitamente quando si crea un brand alcune persone scelgono anche un pay off. Tu ce l’hai?
“Sì, only for some. Solo per alcuni”.
Quale è il capo di cui ti senti maggiormente soddisfatto?
“Sicuramente il mio mitico parka hi-tech spalmato ispirato ai rude boys jamaicani degli anni Settanta”.
Se volessi acquistare questo Parka, dove dovrei recarmi?
A volte dicono sia meglio dividere l’amicizia dal contesto lavorativo. Sei stato contento di aver condiviso questa esperienza con i tuoi amici?
“Quando lavori in team il progetto è migliore. Ognuno di noi ha delle qualità differenti, bisogna solo scovarle e metterle in atto”.
Una linea sportwear particolare, con un forte carattere distintivo, rafforzata anche dal modello che la presenta.
Un ragazzo senegalese sfigurato nel volto a causa della guerra. Una scelta audace che rompe il muro della perfezione che solitamente si incontra nel mondo della moda.
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