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“In comode rate”, il diario online di una poetessa contemporanea

11-02-2019

Di Sara Musiani

Beatrice Zerbini è una giovane poetessa contemporanea, ed una delle donne più sfuggenti che abbia sin ora conosciuto. Contattarla è stato istintivo, dopo aver trovato per puro caso la sua pagina Facebook, In comode rate.

Beatrice è una donna complessa che si lascia conoscere, appunto, “a rate”. Profonda e malinconica nella scrittura, lieve ed ironica una volta conosciuta di persona, mi racconta di aver iniziato a scrivere da piccola, a soli otto anni. La scrittura è diventata, crescendo, un mezzo con cui comunicare al mondo il suo vissuto quotidiano, i suoi stati d’animo altalenanti e discontinui di una vita iniziata nell’agio e continuata, a soli vent’anni, ricominciando da zero e con le sue sole forze.

David Seymour, Poland

La scrittura le viene in soccorso soprattutto in questo momento di difficile transizione e le permette, comunicando attraverso un blog (che apre in quegli anni di diari virtuali che preparavano la strada ai futuri social media) di ritrovare quella serenità che in quel periodo sembrava fragile da mantenere. Non è un caso infatti la scelta del sottotitolo del blog e della successiva pagina Facebook: anche i ricchi piangono.

Un po’ monologo, un po’ insieme di lettere aperte dedicate a persone che sono state per lei importanti, In comode rate è un diario tragicomico, un canale di comunicazione ideale: “volevo che questa pagina venisse letta come uno strumento, come mezzo che aiuti a creare un senso di comunione, di empatia … forse quella che cerco anche io, costantemente”.

Herbert List, Greece

La pagina Facebook nasce dopo un periodo di riflessione, di letture in pubblico nelle quali però Beatrice non si sente a proprio agio: “il corpo per me ha sempre rappresentato un ostacolo, una barriera fisica alla comunione degli animi”.

Ma la sua poesia è adatta alla musicalità, all’espressione verbale e recitata nella sua sinteticità ed immediatezza perché “per sottrazione si può essere più incisivi, il messaggio che si vuole trasmettere arriva più potente”.

Non a caso Ivo de Palma, un noto doppiatore italiano ed un suo fan, gli ha dedicato una propria interpretazione leggendo e musicando alcuni dei suoi scritti. “Mi stupisco sempre quando accadono queste cose, spesso mi scrivono persone che leggono la mia pagina cariche di complimenti; nell’era della comunicazione social la condivisione è immediata, come immediato è il senso di gratificazione per un commento positivo, un like a qualcosa che si è scritto”.

Bruce Davidson, Widow of Montmartre

Oggi Beatrice ha accettato una nuova sfida e il 5 marzo leggerà in pubblico sul piccolo palcoscenico del Teatro degli Angeli di Bologna alcune sue opere, ospite della rassegna letteraria ideata da Alessandro Dall’OlioSi fa presto a dire poeti, giunta alla sua seconda edizione.

Dal 21 Febbraio al 14 Maggio Alessandro presenterà le voci poetiche di autori, noti e meno noti, provenienti da tante parti d’Italia e Beatrice ė una recentissima scoperta.

Gianni Berengo Gardin, C’est ça Paris

Obiettivo comune fra loro é di certo il senso di comunione ed empatia che la poesia permette di instaurare con il pubblico; come spiega Alessandro che ci racconta l’iniziativa: “L’obiettivo è quello di unire le voci interessanti senza guardare a chi ha pubblicato e chi no, in modo tale da fare sì che i poeti tra di loro si conoscano, si avvicinino e avvicinino il pubblico, anziché stare sempre davanti al proprio specchio delle brame per dirsi addosso ‘cos’è la poesia’. La poesia nasce per il convivio, per riunire, per avvicinare: tutti elementi che sempre più paiono essere accantonati o scarsamente considerati”.

Beatrice Zerbini

Benché Beatrice sia indubbiamente una giovane donna, il suo ciuffo bianco “non artefatto” (ci tiene a specificare quando vede che le osservo incuriosita la chioma di capelli neri dove campeggia un’unica ciocca bianchissima) è un segno distintivo di una personalità poliedrica in divenire, anche in comode rate.

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