EventiVisual

Photobook Mania. Alle Serre dei Giardini la nuova biennale dedicata al libro fotografico

14-10-2025

Di Laura Bessega

In un’epoca in cui le immagini scorrono veloci sugli schermi, il fotolibro chiede tempo: invita a fermarsi, sfogliare, entrare in una narrazione pensata pagina dopo pagina.

Départ Pour l_Image_Yelena Yemchuk_Mise en Abyme

Da qui nasce Photobook Mania, la nuova biennale ideata da PhMuseum, che il 18 e 19 ottobre 2025 trasformerà Serra Madre alle Serre dei Giardini di Bologna in un punto di riferimento internazionale per l’editoria fotografica indipendente. Oltre venti editori da tutta Europa presenteranno le loro pubblicazioni, accompagnati da incontri, workshop, momenti informali e tre mostre che raccontano le nuove tendenze del settore. Non mancheranno i premi: il PhMuseum Photobook Award e il Premio Banca di Bologna, insieme al debutto del primo magazine cartaceo di PhMuseum.

Macaronibook_Revue Macaroni_Origines

Cosa spinge sempre più fotografi e collezionisti a parlare di una vera e propria mania per il fotolibro?                          Forse la capacità di questo oggetto di resistere al tempo, diventare memoria, racconto, opera. Ne abbiamo parlato con Giuseppe Oliverio, fondatore e direttore artistico di PhMuseum.

Départ Pour L_Image_James Gallagher_Wild Flowers

Perché avete deciso di dar vita a un nuovo festival dedicato esclusivamente al fotolibro?
Abbiamo scelto di trasformare PhMuseum Days in una biennale: questo ci permette di approfondire la ricerca e far crescere il festival in maniera più strutturata. Ma volevamo comunque mantenere un appuntamento annuale con il nostro pubblico e con la città di Bologna. Il tema del fotolibro è arrivato in modo naturale: da anni seguiamo l’evoluzione dell’editoria fotografica, e il libro è ormai diventato lo strumento centrale per diffondere la fotografia.

Macaronibook_Revue macaroni_origines

Bologna è davvero terreno fertile per un festival di questo tipo?
Sì, assolutamente. Bologna ha già tante iniziative legate al libro e noi siamo entrati a far parte del Patto per la lettura. In questo contesto ci sembrava giusto proporre il nostro focus: il fotolibro. Spesso viene confuso con un catalogo o con un album, ma in realtà è un oggetto d’arte, con una progettualità e un design precisi. Vogliamo condividere e diffondere questa cultura.

Cesura Publish_Luca_Santese_Marco_P_Valli_Texas Trigger

Martin Parr ha definito il photobook come un libro in cui le immagini prevalgono sul testo, frutto del lavoro congiunto di fotografo, editor e graphic designer. Qual è oggi la sua forza?
Il fotolibro è frutto di progetti di lungo termine, pensati in ogni dettaglio. In un’epoca in cui l’informazione scorre velocissima, il libro fotografico ci permette di rallentare, riflettere, approfondire. Offre un punto di vista diverso e più profondo rispetto a quello dei media tradizionali.

Cesura Publish_Luca_Santese_Marco_P_Valli_Texas Trigger

Che tipo di pubblico è attratto dal fotolibro?
Chi li realizza è spesso giovane, perché si tratta di un fenomeno recente, nato con gli editori indipendenti degli ultimi 10-15 anni. È un linguaggio che dialoga con la cultura contemporanea, influenzato anche da design, musica e cinema. Per questo credo che i giovani siano naturalmente più vicini. Ma in realtà il fotolibro parla a tutti, con storie che spaziano dal personale all’impegno sociale. C’è anche il fascino dell’oggetto, come per i vinili: un culto vero e proprio.

Cesura Publish_Luca_Santese_Marco_P_Valli_Texas Trigger

Il titolo “Photobook Mania” è un riferimento a questa passione crescente?
Esatto. Una volta che si entra in questo mondo, gli approcci sono infiniti: materiali, carte, formati… È nata una vera e propria mania, anche collezionistica. Ci sono libri usciti pochi anni fa che oggi valgono centinaia di euro perché stampati in poche centinaia di copie. È un fenomeno globale, piccolo ma vivissimo.

Il fotolibro non solo diffonde la fotografia, ma la sta anche trasformando?
Sì. Prima molti fotografi raccoglievano i lavori in cataloghi. Oggi invece sempre più autori pensano fin dall’inizio al libro come obiettivo finale del progetto. Mostre, riviste e portfolio diventano tappe intermedie, ma il traguardo è il fotolibro.

Muddyisland_Pierfrancesco Celada_Instagrampier_Cover

Quest’anno debutta anche il primo magazine cartaceo di PhMuseum. Di cosa si tratta?
È un annuale che racconta un anno di fotografia contemporanea attraverso le nostre attività e gli autori con cui abbiamo lavorato. È diviso per mesi e raccoglie portfolio, dietro le quinte, riflessioni e mini-workshop pratici che abbiamo chiamato toolbox. È un modo per condividere le storie che abbiamo scoperto e il nostro metodo di lavoro.

When I feel down I take a train to the Happy Valley, Hong Kong, 2014-2022

Tra gli eventi c’è anche Photobook for Breakfast, in collaborazione con Sugar Paper. Che tipo di incontro sarà?
È un momento informale: colazione con caffè e paste, durante la quale si presentano tre titoli e si discute insieme. Quest’anno il tema è Acts of Resistance, con un focus sulla Palestina. È stato un loro suggerimento che abbiamo accolto volentieri: il fotolibro permette di affrontare temi attuali da un’angolazione diversa e stimolare un confronto costruttivo.

Artphilein Editions_Mara Palena_Things That Happen Inside And Outside Of Me

Il programma è molto ampio. Ci sono titoli che vuoi segnalare in particolare?
My Father Died Three Times di Clara Simas, un libro personale dedicato al padre scomparso, e The Lines Withdraw di Manfredi Pantanella, frutto di dieci anni di lavoro sulle storie di Stati non riconosciuti. Sono esempi diversi, ma entrambi dimostrano la capacità del fotolibro di affrontare temi complessi con profondità e nuove prospettive.

Cosa ti auguri da questa prima edizione di Photobook Mania?
Che il pubblico colga l’occasione di scoprire questo linguaggio e di sostenere l’editoria indipendente. E che si prenda il tempo di staccarsi dagli schermi e di connettersi alle immagini, portandosi a casa un oggetto che resta e cresce di valore nel tempo.

Condividi questo articolo