Dal 12 al 14 ottobre, torna ROBOT, il festival di ricerca e sperimentazione “globale”. ROBOT14 porta a Bologna, per la sua quattordicesima edizione, «le realtà più rappresentative del suono elettronico e d’avanguardia internazionale, al di là delle geografie e dei linguaggi, attraversando la città con concerti, performance, screening ed eventi di confronto e formazione».
Le location di questa edizione variano dagli spazi post-industriali di DumBO e TPO sino al cuore della città, con Palazzo Re Enzo, l’Oratorio di San Filippo Neri e il Teatro San Leonardo.
Nuove alleanze per la dissidanza è il titolo del Manifesto dell’edizione 2023, che evoca il senso politico, la necessità sociale del dancefloor, luogo non solo dell’intrattenimento, ma anche spazio dove si sedimenta, nuovamente, il bisogno di comunità. Si balla per stare insieme e per resistere perché, come scrive l’autore del manifesto Enrico Petrilli, “la musica elettronica è ancora capace di essere una tecnologia per la sovversione sonica del corpo”. Da queste riflessioni nasce anche il claim del festival: We dance together, we become other. Uno statement che sottende un trasporto non solo emotivo, ma identitario.
Proprio intorno a questa sovversione sonica, gravita il programma di ROBOT#14, come sempre caratterizzato dalla presenza delle personalità che hanno definito l’identità stessa della club culture, come il “maestro” di Detroit Jeff Mills e di artiste che hanno fatto della “resistenza” il proprio segno identitario, come Sama’ Abdulhadi, capace di portare la Palestina sulla mappa della musica elettronica e dell’edonismo dance globale.
Tra gli altri nomi del cartellone troviamo Amnesia Scanner duo finlandese, il producer e dj inglese Clark, il produttore e compositore Tim Hecker, Dj Pyton, e ancora Elena Colombi, Eva Geist, Helena Hauff, fino alla dj Courtesy e CC:Disco! alla performance in esclusiva italiana “Tongue in Mind” di Juliana Huxtable e all’installazione audiovisiva sulla danza “Universal Tongue’’ della visual artist Anouk Kruithof. Tanti altri nomi internazionali da scoprire.
Un programma che, grazie al lavoro di ricerca annuale del direttore artistico Marco Ligurgo, è il risultato di esplorazioni in ogni angolo del pianeta, capace di restituire all’ascoltatore un panorama vibrante e in continua trasformazione dello “stato dell’arte” e della ricerca contemporanea.
Ligurgo manifesta la volontà di far diventare il festival sempre più diffuso per diverse fasce di pubblico e sottolinea la necessità di ospitare le diverse anime nusicali che si sviluppano intorno alla musica elettronica, dalle più sperimentali, di tendenza, fino a quelle più dance.
«Oggi più di ieri provenienze e background differenti possono incrociarsi nella musica: dopo aver ‘saccheggiato’ per anni nella musica africana e asiatica, oggi sono proprio gli artisti nativi dell’Africa o dell’Asia a portare il loro suono, colonizzando le musiche occidentali. In questa ibridazione e scambio culturale si evidenzia il ruolo che ha il mondo della notte nell’unire mondi diversi grazie al ballo, e di ‘farli trasformare in altro’, in una comunità nuova, più libera, aperta, inclusiva, dove molte barriere possono essere abbattute più velocemente, anticipando di gran lunga i tempi della società reale» – commenta Marco Ligurgo, direttore artistico del festival.
Non solo performance, il festival è anche occasione di riflessione e di confronto, grazie a una serie di panel di ROBOT LEARN che approfondiscono gli aspetti culturali, al di là della bellezza del suono dal vivo.
Dalla prima serata ci sarà lo screening in anteprima nazionale di Stand By For Failure – A Documentary About Negativland (regia di Ryan Worsley), seguito da una sessione di Q&A partecipata con gli artisti e il pubblico protagonisti, il 12 ottobre al Teatro San Leonardo. In programma presso l’Officina di DumBO, il 13 ottobre l’incontro sul manifesto Nuove alleanze per la dissidanza e un laboratorio multimediale Diversə tra Diversə condotto da esperti di Anffas in cui le persone disabili potranno auto-raccontarsi.
Sempre il venerdì, anche l’incontro Il concerto che vorrei, a cura di KeepOn Live, con l’artista Eva Geist, Federico Rasetti di KeepOn Live e Francesco Salizzoni di Associazione Shape/ROBOT Festival. Il 14 ottobre sarà dedicato alla musica e alle nuove tecnologie, con il panel sull’introduzione al linguaggio di programmazione ChucK e alle sue possibilità per il live coding (tenuto da Domenico Cipriani a.k.a. Lucretio) e, a seguire, l’evento dedicato all’Intelligenza Artificiale al servizio della musica con il progetto europeo Polifonia, coordinato dall’Università di Bologna.
Torna anche quest’anno ROBOT KIDS, il modulo formativo per bambinə e ragazzə per sviluppare l’approccio e la conoscenza in chiave artistica, iniziativa sostenuta da Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. Il programma di quest’anno prevede tre moduli: Robotica musicale con Archilabò, un laboratorio “catturasuoni” di Senza Titolo (Se suonasse la città…) e un percorso sensoriale curato da Epimoric (Visual Lab Ensemble).
ROBOT Festival è un progetto dell’Associazione Culturale Shape sostenuto da Ministero Della Cultura – Direzione Generale Spettacolo dal Vivo, Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.
Biglietti e programma completo sul sito robotfestival.it e sulla APP DICE, disponibili anche abbonamenti.
Condividi questo articolo