Continua la nostra nuova rubrica, un lavoro inedito curato per noi dall’artista Alberto Azzara, noto su instagram con il nome @lecosechevedi. A metà strada tra Tondelli e Bukowski, il flusso di coscienza di Alberto ti porterà a riscoprire Bologna e i suoi quartieri, in pieno stile beat generation 2.0. Non solo parole, ma anche immagini. Dopo la Bolognina (che trovate qui), si continua con San Donato.
Capitolo 2 – (S)ketch in San Donato
Da anni mi vivo quel locale affianco a casa tua che al contrario non ho mai vissuto come le domeniche. Lì ti ho conosciuta con un bacio e delle parole adesive che ancora conservi sgualcite come gli ultimi saluti. Mi hai fatto un tatuaggio sull’inguine con le tue sopracciglia allungate dal sole e dai problemi di rabbia alzando la voce alle colline dove vai per sparire ritornando dopo mesi in San Donato in una relazione tossica con il tuo gatto scappato sul balcone. Tornavi da via Libia e dalle feste finite ancora prima di iniziare di quelle con le piscine gonfiabili nei cortili interni con una bici rossa e quella fortuna che si ha solo da ubriachi. Anche la provincia mi parla di te con i suoi silenzi che raccontano tutto come le tue labbra dolcissime colorate di keta e Negroni e non mi stanco mai del tuo sapore quando ti tocco su un regionale che ci riporta stanchi o forse troppo felici ruotavi in alto le pupille mentre godevi avvolta dalla tua pelliccia aromatizzata dai cocktail che gli altri non finiscono e sprecano a terra. Sui tuoi capelli ci gireranno un film con l’Eurospin di Via del Lavoro a fare da sfondo ai tuoi guanti in latex che mi accarezzano le ruvide voglie affiorate con la tequila come fosse uno schiaffo che mi riaccende in un flash. T’ho scattato una foto mentre pisciavi guardavi in basso con la gonna sollevata mentre bussava alla porta gente che voleva solo scopare o urlarsi addosso del coraggio in un posto intimo e sacrale per poi promettersi di ricascarci ancora e farla finita di tirare pugni al vento come rimasti rapiti dal buio con la faccia bianca di chi non trova speranza. Mentre piove sul bus ti rivedo in una goccia elusiva o in strade affollate come deserti profumati Dior sulla scia della sera seguiamo una chitarra che porta ad un balcone o da nessuna parte ma tu non giudicare i miei sorrisi che indosso anche se non mi appartengono piuttosto credimi quando non li sfoggio più.
-Alberto Azzara
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