Siamo ancora capaci di innovare o viviamo di pura nostalgia?
È la domanda al centro di POP ON THE TOP, mostra collettiva dedicata alla pop culture e alla sua influenza sull’arte e la società contemporanea, che indaga le radici e l’evoluzione del fenomeno POP: dalla musica al cinema, dai fumetti allo sport, passando per le icone degli anni ‘80 e ‘90 che hanno lasciato un segno indelebile nella cultura mondiale
L’art exhibition è curata dall’artista Mirco Campioni (di cui vi avevamo parlato qui) e ospitata da WANT Unconventional Lab (Via A. Saffi, 16/2e), uno spazio di contaminazione artistica di cui vi avevamo parlato qui.
In mostra ci saranno 9 artisti della pop culture: Mirco Campioni, Riffblast, Bonobolabo, Marco Mei, Aj Roi, Forgotten favorites, Vinz Flag, Massimiliano Crocenzi, Matteo Felloni. Il testo critico è a cura di Erika Fiumi.
Un viaggio tra arte, collezionismo e nostalgie che ancora oggi ci ispirano e ci influenzano. La mostra inizia il 7 dicembre dalle 18:30 alle 23:30 con il vernissage e la presentazione delle opere, a cui seguirà alle 21 il live show di “The Menlove” – Beatles Official Tribute Show. La mostra continua fino all’11 gennaio tutti i giorni dalle 10.30 alle 19.30 (ad eccezione del lunedì). Inoltre, l’8 Dicembre dalle 18 si terrà un aperitivo dedicato alla mostra.
Abbiamo raggiunto Mirco Campioni, per farci raccontare qualcosa di più.
Mirco, perchè una mostra sulla pop culture?
Sono un grande appassionato di pop culture e avevo molti pezzi miei di collezioni precedenti, oltre ad alcuni inediti. Dopo un anno dall’apertura di WANT, dove abbiamo sperimentato situazioni diverse, ho pensato di riunire in una collettiva diversi artisti di Bologna e non che trattano questa tematica. Tanti artisti prendono come immaginario comune le icone di quegli anni, siamo tantissimi, il mondo dell’arte è quasi saturo di pop art, è un periodo molto forte e i circuiti delle gallerie sono molto chiusi. Mi piace quindi l’idea di dare spazio anche ad altri artisti e collezionisti. È mostra diversa da quella che si potrebbe vedere in una galleria classica. Nel farlo sono partito da una domanda: Perchè gli anni ’80 e ’90 nel bene e nel male sono due decenni che ritornano sempre?
Hai una risposta?
Non è un caso che Michael Jordan, il re dello sport a livello globale, Michael Jackson e Madonna, re e regina del pop siano ancora oggi delle icone. Così come Stranger Things, gli action movie, i personaggi dei fumetti, Batman di Tim Burton, Superman di Richard Donner o Wonder Woman, siano rimasti nell’immaginario comune di tutti noi. Tutto è partito dagli anni ’60 e ’70 e poi è stato portato avanti nei decenni e si è concretizzato nel termine pop negli anni ’80 e ’90, tanto che è difficile associare il termine pop a qualcosa che è arrivato dopo. Dopo il 2000 cosa ci rimane di pop tanto da considerarlo facente parte di quell’olimpo degli Dei?
Hai convolto 9 artisti. Cinque, oltre a te, sono di Bologna. Come li hai scelti?
Riffbalst, Vinz Flag, Marco Mei, e Matteo Felloni sono di Bologna. Sono amici e persone con cui condivido non solo l’arte, ho sempre creduto nel loro potenziale e richiamano molto il mio gusto. Poi c’è Bonobolabo che opera nel campo della pop culture e si occupa di realizzare skateboard con grafiche di diverso tipo. Anche lo skate è stato uno dei grandi protagonisti di quelle due decadi. Uno dei motivi che mi ha spinto ad organizzare questa mostra è stata la volontà di dare spazio anche ad artisti di Bologna. Si pensa sempre che l’artista che viene dalla città faccia fatica ad esporre nella propria città perchè tanto essendo conosciuto ci si può rivolgere a lui direttamente. Invece io penso che avere una vetrina dove si possa dare spazio anche agli artisti di Bologna sia qualcosa di importante.
Come hai selezionato invece gli artisti non bolognesi?
Massimiliano Crocenzi e Aj Roi non li conoscevo personalmente ma mi sono stati consigliati dal mio mentore artistico, da chi mi iniziò a questo mondo e mi spinse a creare sempre di più: Christian Vasciarelli. È stata la persona che mi ha fatto capire che tatuare e fare arte poteva essere un connubio vincente, il primo che mi ha fatto esporre per la prima volta in diverse collettive e in una personale. Oggi non fa più questo mestiere ed è come se mi avesse passato il testimone. Per questo mi sono sentito di chiamarlo, essendo grande appassionato di pop culture e da sempre attento alla scena artistica.
Poi c’è Forgotten favorites, che ha realizzato una action figure ispirata al famoso Giancarlo della Ruota della Fortuna…
Mi era comparso un post su Instagram relativo a questa action figure e l’avevo contattato per acquistarla. Così ho scoperto essere un videomaker che come passione realizza action figures, quindi giocattoli che andavano di moda negli anni ’80 ma alternativi. Ad esempio ne ha realizzati su Loris Batacchi di Fantozzi, Leslie Nielsen e molti altri. Quindi ho pensato di mettere in mostra anche sue diverse action figures, proprio perchè richiamano i toys di quelle decadi.
Infine ci sarà anche Davide Fornari, titolare del negozio Bologna Country Vintage…
Ha un negozio meraviglioso ed è un grande appassionato di pop culture. È passato da Want, ci siamo conosciuti e abbiamo iniziato a collaborare. E proprio per la mia volontà di fare rete ho pensato di coinvolgerlo. Bologna è una piazza difficile a livello artistico, non per creare arte ma per avere un pubblico, e credo che la rete sia un pò il futuro dell’arte a Bologna.
Anche il nome della mostra richiama un’icona.
Volevo richiamare Top of the Pops, il programma inglese musicale per eccellenza degli anni ’70 e ’80, che poi è stato portato avanti fino agli anni 2000 quando è arrivato in Italia. È un’immagine iconica, quindi ho scelto di utilizzare la stessa grafica ma ho lavorato sul gioco di parole con il titolo, dove il pop va al di sopra di tutto.
Tutto perfettamente a tema, per il vernissage ci sarà anche il live dei The Menlove
Quale occasione migliore di farli suonare durante un evento che si chiama Pop on the Top, dove il titolo e la grafica strizzano l’occhio ad un programma dove suonarono anche i Beatles! La sfida è stata anche quella di unire diverse anime: la musica, l’arte, gli eventi, l’oggettistica.
WANT Unconventional Lab ha aperto un anno fa, non solo uno studio di tatuaggi ma un luogo dove creare sinergie e contaminazione tra le arti. Un bilancio?
La mia visione è quella di creare qualcosa di unico. Sono contento che la gente stia iniziando ad interessarsi alla nostra realtà e che si stia creando una rete. Stiamo spaziando dall’arte contemporanea alla moda, dalla musica dal vivo al karaoke, fino a rassegne cinematografiche in collaborazione con Cuccumiau. Spoilero che stiamo organizzando Christmas Cult, quindi una rassegna di film degli anni ’80 a tema natalizio e stiamo lavorando ad un market da organizzare nel quadrilatero di via Saffi. Stanno iniziando a concretizzarsi diverse attività e la missione è quella di creare uno spazio culturale e artistico dove le persone possano sentirsi invogliati ad arrivare in una zona con questo fermento creativo. Want probabilmente diventerà anche una label, uno studio di produzione musicale. Dopo un anno ci sono stati tanti progressi e stiamo lavorando per far crescere Want come idea: quella di un contenitore culturale e d’arte. La strada è ancora lunga, ma piena di vita.
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