“Maradona è come Dio, non può essere nominato”.
Forte del successo ottenuto al Festival di Cannes 2019, Diego Maradona, ultimo lavoro di Asif Kapadia, arriva in Italia al Biografilm Festival, portando con sé non solo il mito del rinomato calciatore, ma anche tutto quell’insieme di luoghi comuni ed ironiche leggende che circondano il campione.
Sarà proiettato in anteprima italiana all’interno del festival domenica 9 alle 15 al Cinema Arlecchino, e verrà distribuito nelle sale italiane da Nexo Digital e Leone Film Group a settembre.
Fra i documentaristi più apprezzati dei nostri giorni, Kapadia si è fatto conoscere nel panorama mondiale con pellicole come Senna, sul famoso pilota di Formula 1, ed Amy, film premio Oscar sull’omonima cantante britannica. Quest’anno ritorna sulle vetrine dei festival internazionali con una pellicola incentrata interamente sulla carriera calcistica di Diego Armando Maradona, comprendente il periodo intercorso fra l’ingaggio presso il Napoli e la fine ultima del contratto, dopo le mille vicissitudini personali e, soprattutto, penali.
Abbiamo avuto il piacere di partecipare a una tavola rotonda con il regista, riuscendo a carpire quanto più possibile degli intenti e delle speranze che Kapadia riserva su questa pellicola.
“Per quanto il film presenti delle similitudini con Senna ed Amy esso ne rimane diverso nello spirito: in primis perché il protagonista è tutt’ora vivo, in secundis per il legame speciale ed unico che il giocatore ha con la sua nuova casa, Napoli”.
Tema centrale del film è la rappresentazione del calciatore diviso fra il suo lato tenero e riflessivo, “Diego”, e la maschera da duro scapestrato nata in concomitanza con l’ascesa sportiva, “Maradona”. Kapadia ricostruisce con minuzia i momenti più importanti della sua vita, facendo ampio uso del materiale audio e video di quell’epoca, sovrapponendovi le interviste fatte nel contemporaneo.
“L’idea di scindere la persona Diego dal giocatore Maradona si è formata attraverso le interviste e gli incontri fatti con lui, i suoi amici e familiari. Nei miei film si parla sempre di un contrasto fra il protagonista ed un suo oppositore: in Senna è Alain Prost, in Amy i suoi rapporti con famiglia e stampa, qui, invece, si è sviluppata una tensione interna allo stesso uomo.
È Maradona ad auto combattersi, andando alle volte contro il proprio essere. Fu il suo allenatore Fernando Signorini il primo ad accennare a tale scissione caratteriale. Per me è stata una vera sfida trasmettere questo suo conflitto intestino”.
Questo film riesce nel non facile compito di far innamorare le persone dell’animo introverso e fragile di “Diego”, riuscendo a strappare non pochi sorrisi con le mille immagini di santi e santini che a Napoli tengono fra le braccia un “Maradona-Dio”, ipostasi di quanto la città fosse vicina al proprio calciatore.
“L’inizio del crollo emotivo è risalente al 20 settembre 1986, data in cui disconobbe il figlio Diego Sinagra, avuto da una sua amante. Quello fu il momento in cui l’uomo iniziò a sgretolarsi e ad avvicinarsi sempre più verso la droga ed i problemi di tensione. Come raccontano le persone intorno a lui, egli non sorrideva più. Per quanto io non sia mai stato interessato alle speculazioni da tabloid, credo che quel periodo sia stato veramente importante per Diego ed è per questo che abbiamo deciso di terminare il film con alcune recenti riprese della riunione con suo figlio.
Inizialmente approcciatomi a questa storia come appassionato del mondo del calcio, ho pian paino cercato di capire ed analizzare a fondo la sua vita; avvicinandomi alle vicende che ne hanno segnato la persona, ho fatto esperienza diretta di quanto il suo vissuto sia pregno e variegato. Diego è un uomo che con la sua vita potrebbe riempire un’intera serie tv”.
Qui gli altri film presentati al Biografilm Festival che abbiamo visto:
> IL MISTERO DEL CASO HAMMARSKJÖLD
> QUANDO LUTHER BLISSETT INVENTÒ LE FAKE NEWS
> LETIZIA BATTAGLIA SI RACCONTA
> KEMP. IL RITRATTO DEL POETA-CLOWN
Condividi questo articolo