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“Riempiamo la solitudine con qualcuno perché non ci sentiamo abbastanza”. L’amore liquido negli scatti di Sonia Formica

19-02-2021

Di Noemi Adabbo
Foto di Sonia Formica

“L’amore è un mutuo ipotecario su un futuro incerto e imperscrutabile e l’amore liquido è un amore diviso tra il desiderio di emozioni e la paura del legame, debole e continuamente mutevole. Non si sceglie più qualcuno per sempre, ma soltanto finché non si trova qualcosa di meglio, un’altra novitá in grado di affascinare”.

Così scrive Zygmunt Bauman in Amore liquido. Sulla fragilità dei legami affettivi. La fotografa Sonia Formica ha deciso di seguire il flusso della modernità liquida da lui descritta per analizzarne i sentimenti, scovarne le emozioni e fermarli per sempre, almeno sulla carta. L’ha fatto col suo progetto fotografico che ha appunto intitolato Amore liquido.

Ne ho parlato con lei, per comprendere insieme quali sono le dinamiche relazionali che si sono create e quanti di noi hanno davvero il coraggio di affrontarle.

Amore Liquido di Sonia Formica

Catturare l’amore in un’instantanea non è facile, soprattutto se liquido. Parlami del tuo progetto: perchè hai deciso di esplorare proprio questa variante dell’amore e da dove è nata l’idea?

“Tutti i progetti e le tematiche che affronto nascono dall’esigenza di tirar fuori le emozioni che provo nelle varie fasi della mia vita. In quel momento mi ero resa conto che i rapporti fra le persone stavano cambiando. Non c’era più un interesse reale nell’approfondire le conoscenze ma si basava tutto sul colmare dei vuoti e il comportamento che queste persone avevano online si stava riflettendo nella vita reale.

A seconda dei bisogni, queste persone apparivano e scomparivano sia in chat che nella realtà. Il cosiddetto fenomeno del ghosting. Le cose stanno cambiando e questo è stato il motivo principale per il quale è nato il mio progetto in quanto io stessa per prima ho avvertito il peso di queste nuove dinamiche. Le persone si rendono presenti a seconda dei propri bisogni assumendo, quindi, un’attitudine opportunista e utilitarista”.

 

Il tuo lavoro è stato realizzato tra il 2018 e il 2019 tra il lago d’Iseo, il lago di Garda, la Costiera Amalfitana e fiumi e luoghi romagnoli. Bauman dell’amore liquido dice, appunto, che prende, al pari dell’acqua, la forma del contenitore in cui viene inserito: non c’è più volontà di resistere, di perseguire il “per sempre”, tutto è veloce e fugace, la novità a ogni costo è la protagonista indiscussa di una società anch’essa liquida. In questo contesto di immobilità in cui siamo stati costretti, in quanti, a tuo parere, si chiedono o chiederebbero, “Staresti con me, se non ci fosse la pandemia”? E quanti avrebbero il coraggio di porla e porsela davvero?

“Credo sia naturale porsi una domanda del genere visto l’egoismo dilagante all’ordine del giorno e i cui vuoti personali ne sono divenuti i vettori. Questo sistema del colmare le nostre insicurezze appoggiandosi all’altro si può sconfiggere solo attraverso l’ascolto: l’ascolto di sé stessi e dei segnali che ci arrivano dalla persona che stiamo frequentando. Talvolta tendiamo a prestare attenzione solo alla voce della nostra paura che ci fa restare con chi non merita le nostre attenzioni pur di non rimanere soli, condizione che temiamo al punto da scegliere consapevolmente la persona sbagliata.

Noi chiediamo all’altro ‘Staresti con me se non ci fosse la pandemia?’ perché vogliamo che l’altro ci dia la risposta: non abbiamo il coraggio di chiederci se l’altro voglia stare davvero con noi e risponderci. Tutto sta nell’essere sinceri con sé stessi”.

Amore Liquido di Sonia Formica

Erich Fromm in L’arte di amare dice “Paradossalmente, la capacità di stare soli è la condizione prima per la capacità di amare”. Stando così tanto da soli, abbiamo veramente paura di rimanerci, soli? Questo, a tuo parere, ha influenzato le nostre scelte e decisioni sentimentali?

Stare da soli per chi non è abituato è una dura palestra, bisogna fare i conti con tante cose che ci portiamo dentro da anni e molte di queste non sono così piacevoli da affrontare. Il lockdown mi ha dato la possibilità di affrontare le mie insicurezze e le mie paure e amare prima di tutto me stessa. La paura della solitudine è condivisa da tanti, ma non è impossibile risvegliare un poco di sano individualismo dentro di noi.

La paura ci logora e pietrifica e ci rifiutiamo di sentire il dolore che possiamo percepire nella solitudine, e quindi cosa si fa? Ciò che ci viene più facile e comodo: riempiamo quella solitudine con qualcuno perché noi non siamo abbastanza. Questa paura c’è sempre stata ma prima era più facile evitarla con la possibilità di uscire e incontrare sempre gente. È cambiata soltanto la modalità. Alla fine sta a noi decidere se amare prima di tutto noi stessi, nutrire la nostra mente e il nostro corpo oppure ricadere nel loop che ci ingabbia dentro l’illusione di non essere soli solo quando si è con qualcuno”.

 

Che fine ha fatto l’amore fisico basato sul contatto? Stiamo regredendo ad una concezione più “platonica” e meno effimera oppure ci servirà soltanto per apprezzare di più la persona amata e i rapporti una volta tornati alla normalità?

“Stiamo vivendo una situazione di emergenza quindi ovviamente tutto ci sembra alterato. Credo fermamente  che l’amore fisico basato sul contatto non potrà mai essere sostituito da quello platonico. La realtà è ben diversa da tutto quello che percepiamo in rete. Online non percepiamo gli odori, non abbiamo la percezione della collocazione nello spazio, non cogliamo i piccoli gesti che caratterizzano una persona.

Il rischio di idealizzare l’altro è molto alto e il prezzo da pagare per questo trick mentale è talvolta molto caro. Le persone vanno vissute per capire se risuonano o meno con noi stessi. Personalmente ho notato che il lockdown e tutto quello che stiamo vivendo mi ha portato a fare più selezione.  Il fatto che sia tutto più platonico ci fornisce anche il tempo di valutare se e come investire i propri sentimenti il tutto, purtroppo, a discapito della spontaneità.

Questo si riflette non solo nell’amore ma anche nell’amicizia perché sappiamo che rischiamo nel vedere altre persone quindi scegliamo con cautela quelle che vogliamo incontrare ovvero coloro con cui stiamo meglio perché a noi più affini. Si perde quindi quella dimensione spontanea ma in virtù di rapporti migliori”.

Amore Liquido di Sonia Formica

Tante coppie sono scoppiate, altrettante si sono rafforzate. Pensi la pandemia sia stata un vaccino contro quelle relazioni sbagliate che non ci fanno bene e allo stesso tempo sia stata la terapia per comprendere che quella che abbiamo è la persona giusta?

“La pandemia ci ha tolto tante cose e ce ne ha aggiunte altre quali ansia e pressione e con questo stato d’animo la voglia di incontrare e frequentare persone che possano accrescere il nostro senso di negatività si riduce notevolmente. Già lo si faceva prima, ora si cerca di evitarlo completamente. Abbiamo meno pazienza. In questa fase di ricostruzione e di riscoperta dell’amore per sè stessi, l’istinto di sopravvivenza ci porta a tagliare quei rapporti che non funzionano.

In condizioni normali, con valvole di sfogo, si è più capaci di sopportare di più mentre in queste no. Ora più che mai in questo momento storico ostile abbiamo bisogno di stare bene con noi stessi e gli altri e di essere centrati per nutrire la nostra salute psicofisica. La ricerca del nostro benessere non poteva che portare alla potatura di quei rami secchi che fanno parte della nostra vita”.

 

L’acqua è presente in ogni tua foto. I corpi vi sono immersi e il confine tra l’uno e l’altra viene a mancare. Come sono cambiati i limiti emotivi oltre che fisici e che forma hanno assunto ora? Il tempo e lo spazio che ci è stato dato ci ha anche conferito la possibilità di immergerci maggiormente nei nostri sentimenti e nelle nostre emozioni?

“Questa pandemia ci ha costretto a fermarci per riflettere sulla nostra vita e rivalutare cosa per noi è essenziale. Ci ha concesso il tempo di conoscersi e di conoscere l’altro in maniera più profonda e personale. Per un’altra fascia di persone vedo invece che la forma liquida continua a far comodo e va bene così, suppongo sia l’altra faccia della medaglia.

I limiti non sono cambiati ma sono un po’ più netti in quanto tutto quello prima era legato all’istinto o a qualcosa che era occasionale, ora deve essere pianificato e quindi tutto rallenta. Non è un male perché ci ha tolto dalla ruota in cui giravamo. Avendo paura del Covid, non solo per noi ma anche per i nostri cari, anche nei rapporti occasionali scegliamo con più criterio: deve valerne la pena. Lo stesso rapporto occasionale si sta trasformando e sta assumendo forme diverse”.

 

Ciò che diamo ci torna indietro, come un’onda, o almeno, così dovrebbe essere. Ma non è prima di tutto l’amore per sé stessi il fondo da cui partire per lanciare e ricevere indietro ciò che desideriamo?

“Esattamente, è nell’amore che proviamo verso noi stessi che troviamo la capacità di essere onesti nei nostri desideri. Parte tutto da noi e noi ne siamo responsabili. Cosa ci fa andare nella direzione giusta? Essere onesti con sé stessi e con quello che desideriamo. Non dobbiamo mentirci sempre per paura di rimanere soli. Amarsi vuol proprio dire questo: ascoltarsi ed essere coerenti prima di tutto con noi”.

Sonia Formica

Preferiamo la freschezza e la leggerezza di un rapporto sempre nuovo a qualcosa di più duraturo e stabile, ma l’amore non è proprio questo? Conoscenza, accettazione, che può avvenire solo col tempo? Allora si può ancora parlare di amore?

“Secondo me un rapporto duraturo sarà sempre nuovo se si ha il coraggio di accettare insieme nuove sfide. Le cose cambiano e si cresce ed evolve in continuazione”.

 

L’amore, se liquido, quindi, bagna tanti ma disseta pochi. Pensi che la tecnologia, accompagnata dai social, abbia avuto un ruolo principe in questo oppure è l’idea stessa di amore ad essere mutata?

“Penso ci sia stato un mutamento generale e che i social e la tecnologia abbiano reso più semplici certe dinamiche a coloro che sono soliti non assumersi responsabilità in amore, di non farlo proprio fin dal principio”.

 

Sempre Fromm scriveva, “L’amore immaturo dice: ti amo perché ho bisogno di te. L’amore maturo dice: ho bisogno di te perché ti amo”. Il periodo di chiusura in cui siamo immersi ci ha fatto capire quanto abbiamo bisogno dell’altro: saremo più capaci anche di amare?

“Se non idealizziamo le persone perché ne abbiamo bisogno, saremo capaci. L’amore per me è la sensazione di sentirsi a casa, in confidenza assoluta come in una grande amicizia. L’attrazione fisica non è sufficiente e nemmeno idealizzare l’altro serve a colmare il fattore umano mancante. Bisogna innamorarsi della persona per quello che è e non dell’idea che ci creiamo di lei”.

 


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