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“Dobbiamo ricorrere alla fantasia e al genio per sedurre”. TaBOo, la rubrica che racconta la sessualità ai tempi dei Millennials

16-02-2021

Di Anna Toscano

La sessualità ai tempi dei Millennials è arrivato in libreria il 2 dicembre 2020. Il volume, tratto da una rubrica nata sul giornale dell’università, analizza e racconta la sessualità e l’affettività, sdoganando falsi miti e verità scomode.

L’idea parte da Giulia Gotelli e Vittorio Russo, studenti del Master in Giornalismo dell’Alma Mater quando hanno lanciato l’hashtag e la rubrica #taBOoe adesso giornalisti. Con loro hanno collaborato le dottoresse Maria Cristina Florini e Gabriella Rifelli del Centro Italiano di Sessuologia (CIS), che hanno conferito al volume la dignità di studio psicologico e sessuologico, attraverso l’analisi della storia dell’educazione alla sessualità, la sua evoluzione e l’impatto che ha e ha avuto su intere generazioni di adolescenti, oltre a ricostruire con meticolosità la relativa normativa vigente sul territorio italiano”

Il libro, arricchito anche dalle ironiche vignette di Antonio Lepore, è dedicato ai millennials ovvero i nati tra gli anni 80 e 90, la generazione di giovani che si trova a cavallo tra un secolo e un altro, che nasce con internet e si porta dietro tutte le insicurezze e le precarietà di questo periodo storico. Attraverso analisi scientifiche e video interviste in giro per Bologna, Vittorio Russo e Giulia Gotelli ci raccontano molti tabù sul sesso e le relazioni, senza tralasciare nessun genere o orientamento sessuale.

Quindi, abbiamo pensato di raggiungerli e intervistarli per il nuovo tema delle nostre “domande manifesto”, che vuole indagare la sessualità ai tempi del Covid: Giulia e Vittorio sono andati in giro per Bologna chiedendo di tutto… adesso tocca a noi chiedergli un po’ di cose.

Stiamo vivendo un periodo molto particolare, che ci ha costretti a modificare radicalmente le nostre abitudini e la nostra routine. È cambiato quindi anche il rapporto con la sessualità e il modo di rapportarci con gli altri in generale. Secondo voi come cambiano le relazioni ai tempi del Covid?

“Probabilmente, l’aspetto estetico ha perso importanza. Ci siamo abituati a guardare le persone da lontano, i volti coperti dalle mascherine, e a sviluppare rapporti ricorrendo a chat, chiamate e videocall.

Tenere in piedi una conversazione senza poter contare sulla possibilità di scambiarsi un bacio per cancellare un silenzio imbarazzante è difficile. Ora che tenerci a distanza è diventato un obbligo, dobbiamo ricorrere alla fantasia e al genio per sedurci, per innamorarci. È come se fossimo tornati indietro: finita l’epoca dello speed date, il fatto di scegliere con cura chi incontrare ci ha fatto riscoprire il fascino della lentezza”.

 

Il rapporto con la sessualità è spesso complicato, ma lo è ancor di più se si è nel bel mezzo di una pandemia. A vostro parere questo sta portando a isolarsi o a cercare di più gli altri?

“La pandemia, l’isolamento forzato ci hanno inevitabilmente messo di fronte a noi stessi, alle nostre ansie e paure. Ognuno, quindi, ha deciso di esorcizzarle a suo modo. Questo per dire che, nonostante l’emergenza sanitaria, in molti hanno continuato a incontrare persone, conosciute soprattutto in chat, per poter far sesso e divertirsi.

Non è certo la prima volta, e non sarà nemmeno l’ultima, che il sesso viene usato come paracetamolo per la solitudine! Ma c’è anche chi ha preferito tutelare sé stesso e gli altri, scegliendo di lasciarsi alle spalle le avventure passeggere e di concentrarsi, nei limiti imposti dalla situazione, nella ricerca della propria metà della mela”.

 

“La prima volta” vignetta di Antonio Lepore

Come si può “rompere il ghiaccio” essendo in zona arancione? In che modo i limiti territoriali condizionano il nostro modo di vivere l’amore e le relazioni, a vostro parere?

“Se da un lato hanno dato una spinta a certi tipi di rapporti, si pensi a chi, potendolo fare, ha deciso di convivere per aggirare l’ostacolo della geografia multicolore imposta dai diversi dpcm, dall’altro hanno creato non pochi problemi.

Abbiamo esperienza diretta di coppie che non riescono a viversi da mesi, ormai incapaci di fare anche il più semplice progetto. Molte le relazioni che si sono ritrovate in pausa da sé stesse, senza che nessuno l’avesse deciso né tantomeno voluto. Altrettante quelle che non hanno resistito e si sono concluse. Bisogna essere forti, tenaci, soprattutto lucidi, pensando che prima o poi si ritornerà alla normalità”.  

 

Baci a distanza, guardarsi attraverso lo schermo, saluti con mascherina… secondo voi quando tornerà la normalità ci sembrerà strano? Sarà un’esplosione di ormoni o un lento ritorno alla vita normale?

“Fa un certo effetto vedere due persone che si abbracciano, baciano e salutano stringendosi la mano in un film, figuriamoci se non ci sembrerà strano quando potremmo tornare a farlo nella vita di ogni giorno.

Che lo si voglia o no, ci siamo abituati a convivere col virus e chissà quanto tempo ancora dovrà trascorrere prima che smetterà di essere nostro ospite. Ecco, in quel momento, il sapore della libertà avrà sicuramente la meglio sugli ormoni. Questi magari esploderanno dopo. In ogni caso, il ritorno alla normalità avverrà in modo molto graduale, secondo noi”.

“L’amore ai tempi dell’online” vignetta di Antonio Lepore

Tratto da una storia vera: raccontateci qualcosa su come state (o non state) vivendo le relazioni ai tempi del Covid.

Giulia: “Vedersi è una scommessa e per quanto mi riguarda le relazioni si sviluppano più velocemente. Ho conosciuto il mio ragazzo appena prima dello scoppio della pandemia. Vive in un comune confinante con il mio e al primo lockdown non ci siamo visti per un po’ di tempo. Quando hanno permesso il ricongiungimento con il proprio partner, a condizione che fosse nella casa eletta a domicilio, la scelta è stata obbligata: casa sua è ormai diventata anche un po’ mia e siamo passati, in pochi mesi, dal primo appuntamento a una sgangherata convivenza“.

Vittorio: Tra ansia da contagio, fasce di colore e lockdown, ho praticamente messo in stand-by la dimensione sentimentale per concentrarmi di più sul lavoro e… su Vittorio. L’unica relazione che ho avuto in questi mesi è quella con me stesso. Mi sono ritrovato, capito e in qualche modo anche accettato. Può sembrare assurdo, ma è l’altra faccia della solitudine. E non è per niente male, anzi”. 

 

Come nasce il vostro progetto Taboo millennials? Da cosa vi è venuta l’idea?

“Se dicessimo per caso, ci credereste? Siamo entrambi fan di Sex & the City e la rubrica di Carrie ci ha dato il primo spunto. Scherzi a parte… #TaBOo è soprattutto il frutto di un interesse condiviso. È nata dalla voglia di esplorare e di raccontare il rapporto che i Millennials, i giovani della nostra generazione e non solo, hanno con il sesso e con l’affettività.

Da buoni ascoltatori dell’altrui storie, sapevamo che ci saremmo riusciti. Abbiamo proposto la rubrica ai nostri tutor (eravamo studenti del Master in Giornalismo all’Alma Mater ai tempi) e per fortuna l’hanno accolta. Da lì, è arrivata anche la collaborazione con il CIS. Ed è stato proprio ‘Il Centro Italiano di Sessuologia’ poi a chiederci di fare della rubrica un libro. Ecco, così è nato ‘La sessualità ai tempi dei Millennials'”. 

Il tabù che secondo voi è più importante abbattere.

Giulia: “Per me è la libertà di vivere la propria sessualità senza giudizi. In particolar modo, se si parla di donne. I due pesi e due misure usati nel raccontare la vicenda della maestra di Torino e del professore di Urbino è solo la punta dell’iceberg. Vivendo in un paese di provincia, avverto questa situazione sulla pelle: già dichiarare di aver avuto più di tre relazioni ufficiali attira occhiate di sbieco, figuriamoci ammettere candidamente di aver avuto anche rapporti puramente fisici, le cosiddette ‘scopamicizie’. Apriti cielo! E non sto parlando soltanto delle vecchie generazioni. Se si cade sull’argomento fra amici, le battutine si sprecano. Sarebbe giunta anche l’ora di smetterla: rivendichiamo il diritto di fare ciò che preferiamo dei nostri corpi, all’insegna del consenso e del libero arbitrio”.

Vittorio: Sono pienamente d’accordo con Giulia. C’è ancora tanto da fare in termini di libertà sessuale. Credo, però, che paradossalmente sia l’amore stesso uno dei tabù più importanti da abbattere. Innamorarsi, concedersi e fidarsi dell’altra persona fa paura. Tanto quanto sapere andare oltre sé stessi e i primi normalissimi ostacoli. Da qui, la poca voglia di impegnarsi, l’incapacità a volte di mettersi realmente in gioco, la destrezza nello sparire quando le cose si fanno serie. L’amore è qualcosa che spettina il cuore. L’amore non è roba per gente lineare, ordinaria. L’amore è coraggio”.

 

La risposta più assurda che avete ricevuto nel corso delle vostre interviste.

“Sicuramente Giorgio, ricordiamo ancora il nome, che sosteneva non si contraessero MST (Malattie Sessualmente Trasmissibili) col rapporto orale. Ma le risposte assurde sono state davvero tante. Erano le nostre preferite, ci davano l’occasione di avviare vere e proprie discussioni con gli intervistati e, talvolta, anche di instaurare piccoli frammenti di amicizia congelati nel tempo”. 

 

Avete progetti per il futuro o libri nel cassetto?

“Lavorare insieme ci piace così tanto che smettere non è ancora nei nostri piani. E non potremmo nemmeno: abbiamo i cassetti strapieni di sogni e di progetti. Troppo criptico? Abbiamo un’idea, ma è grezza e di difficile realizzazione al momento, a causa delle limitazioni sugli spostamenti. Vi terremo aggiornati!”.

 


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