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Come si fa a guardare e non toccare? Le risposte della Bologna Creativa

09-02-2021

Di Redazione

Niente baci, niente più abbracci. Tutti a distanza di sicurezza.

Se è vero che un gesto vale più di mille parole, cosa succede quando i nostri corpi sono distanti e l’unica cosa che possiamo toccare è uno schermo?

Come si fa a guardare e non toccare?

Con questa nuova domanda, abbiamo aperto il 3° capitolo del nostro nuovo format sulle emozioni collettive su cui ci troviamo a riflettere in questo periodo, dopo aver affrontato il tema della felicità e dell’identità.

Un settimana in cui abbiamo deciso di coinvolgere principalmente due arti che prevedono, in modo diverso, il contatto con gli altri: la fotografia e la musica.

 

Per iniziare però, abbiamo, come sempre, interpellato chi ci può aiutare a inquadrate il problema da un punto di vista psicologico.

Quindici esperti di psicoterapia da tutto il mondo si sono riuniti online per discutere del legame tra pandemia, psicoterapia e corpo.

La psicologa Rosanna De Sanctis che, insieme allo psicoterapeuta Maurizio Stupiggia, ha presieduto e moderato il convegno, ci ha raccontato che cos’è emerso da quell’incontro. Lo stress da pandemia è infatti una condizione completamente nuova che non solo colpisce il nostro presente ma interrompe anche il nostro futuro.

 

“La musica deve andare, anzi, va oltre qualsiasi evento che arriva”.

Abbiamo proseguito dato il microfono a due band emergenti bolognesi della scuderia Totally Imported / RC Waves, i Lazy Frenky e gli Inflow.

Dal fare musica, ai rapporti personali. Si sono intervistati a vicenda collezionando riflessioni che partono dalla stessa parte della barricata, quella dell’artista.

Un diario fotografico per parlare del 2020, delle difficoltà dell’isolamento fisico che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo un po’ tutti, ancora oggi.

Chiara Cappetta ci ha raccontato com’è nato questo suo progetto, che unisce immagini e parole: “Tutto in questa foto ora è sparito e ne sento tutto il peso sul petto ogni volta che respiro. È dicembre, fuori nevica e mi sento bloccata in una bolla che diventa ogni giorno più stretta. Continuo a scorrere il mio hard disk guardando vecchie foto di vari sprazzi di libertà. In una notte o due ho raccolto alcune foto che hanno segnato quest’anno in cui tutto è stato estremamente lento o estremamente veloce”.

Laureata in Scienze della comunicazione all’Università di Bologna, vive a Milano dove sta concludendo un percorso biennale al Cfp Bauer. Scatta quasi esclusivamente in analogico da 6 anni. L’avevamo già incontrata qui.

Foto di Chiara Cappetta

Sonorità elettroniche e atmosfere nordiche. Un’altra band bolognese, i Tersø, ci ha raccontato il loro nuovo progetto Iperfamiglia figlio dell’incertezza di questi mesi.

“Quest’assurda situazione ci ha levato un po’ dalla dimensione online dandoci una voglia immensa di tornare proprio alla fisicità”.

Abbiamo concludiamo la settimana dedicata al tema dei corpi distanti, con alcuni scatti di un’altra giovane fotografa, Sara Lorusso, realizzati dopo l’inizio della pandemia.

”La fotografia per me è un’insieme di sensazioni ed emozioni non palpabili. Sono ricordi astratti che si fanno reali tramite la macchina fotografica. In un certo senso è come se fossi da sempre abituata a guardare senza toccare”.

Una fotografa e artista visiva nata nel 1995 a Bologna e cresciuta in un piccolo paese in provincia. Studia fotografia a Bologna e attualmente vive e lavora tra Bologna e Milano. Dal 2019 è editor e fotografa della rivista Mulieris Magazine. La fotografia è il mezzo che le è sempre mancato per esprimere la sua persona e per entrare in contatto con gli altri. Anche lei l’avevamo già incontrata.

Foto di Sara Lorusso


Come si fa a guardare e non toccare?

Tutti gli articoli

> Intervista alla psicologa Rosanna De Sanctis

> Abbiamo chiesto a LazyFrenky e InFlow di intervistarsi a vicenda

> Tersø, la nostalgia della fisicità in un album fatto di “rivoluzioni sussurrate”

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